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Il presidente francese Emmanuel Macron sarà a Roma domenica per l’inizio di un vertice interreligioso di tre giorni ospitato dalla Comunità di Sant’Egidio, un ente di beneficenza cattolico vicino a Papa Francesco noto per i suoi sforzi per promuovere la pace e il dialogo interreligioso, la maggior parte in particolare in Africa.
Macronche deve incontrare il papa lunedì, parteciperà all’apertura del vertice annuale per la pace di Sant’Egidio insieme ai presidenti di Italia e Niger, evitando i leader di estrema destra che dovrebbero guidare il prossimo governo italiano.
L’incontro, a cui parteciperà anche il rabbino capo di Francia Haïm Korsia, segnerà l’ultimo di una serie di incontri tra Macron e i leader dell’organizzazione benefica cattolica, a volte soprannominata “Nazioni Unite di Trastevere” (dal nome di un quartiere di Roma) per i suoi sforzi per sanare i conflitti in tutto il mondo.
Annunciando il programma dell’evento all’inizio di questo mese, Marco Impagliazzo, responsabile di Sant’Egidio, ha elogiato le opinioni di Macron sulla cooperazione europea e le relazioni con l’Africa. Ha anche difeso la decisione del presidente francese di mantenere un dialogo con Mosca durante la guerra in Ucraina.
FRANCE 24 ha parlato con Odon Vallet, storico delle religioni, dell’affinità di Macron con la carità cattolica e del significato del suo viaggio a Roma, dove è presente una coalizione di destra guidata da un partito di radici neofasciste pronto a formare un nuovo governo.
Cos’è la Comunità di Sant’Egidio e perché Macron vi si è rivolto?
Odon Vallet: La Comunità di Sant’Egidio è stata fondata a Roma nel 1968, in un momento in cui i movimenti cattolici erano alla ricerca di modi per allearsi con le forze progressiste combattendo l’ateismo del movimento del maggio ’68. È noto per le sue opere di beneficenza e filantropia, un po’ come l’abate Pierre [a French priest known for his work helping the poor, homeless and refugees]e i suoi sforzi globali per promuovere la pace e il dialogo tra le fedi.
Sant’Egidio ha voce in Francia, dove ha recentemente rilevato la parrocchia di Saint-Merri nel centro di Parigi. Ciò avviene in un momento in cui i cattolici francesi – e in effetti il pubblico in generale – sono profondamente divisi su una serie di questioni delicate, compresi i piani per legiferare sui diritti all’aborto e sull’eutanasia. Macron ha bisogno di riaccendere la fiamma con gli elettori cattolici, che si è spenta dopo l’euforia che ha salutato i suoi primi mesi in carica.
Ultimo ma non meno importante: Sant’Egidio è presente in tutti i continenti e in particolare in Africa, dove la Francia ha ricevuto molta cattiva stampa negli ultimi tempi.
Come può Sant’Egidio aiutare Macron in Africa?
C’è un sentimento antifrancese in tutte le zone dell’Africa, non condiviso da tutti ma comunque presente. Trascorro molto tempo in Bénin e posso dirti che questo è un grosso problema per la Francia, soprattutto adesso [Russia’s] Vladimir Putin sta facendo tutto il possibile per frustrare gli interessi francesi in Africa attraverso i suoi commando Wagner. Sant’Egidio è l’esatto opposto di Wagner e Macron è sicuramente felice di stare con il primo e di coltivare legami con persone molto presenti in Africa.
Macron ha avuto rapporti molto cordiali con il premier uscente Mario Draghi. Perché non si rivolge ai suoi successori mentre è a Roma?
Macron non vuole incontrare i prossimi leader italiani perché sono destinati ad arrivare dall’estrema destra e anzi dall’estrema destra. La sua preoccupazione è che le persone guardino a ciò che sta accadendo in Italia e immaginino lo stesso in Francia: un governo guidato da a Marine Le Pen o un Eric Zemmour, forse con un’infarinatura di legislatori della destra dei conservatori Les Républicains. Questa fusione dell’estrema destra e dell’estrema destra sarebbe il peggior risultato possibile.
Macron invece è molto interessato a visitare il Vaticano per almeno due motivi. La prima è che è relativamente vicino a papa Francesco e sa che il pontefice non è eterno; il secondo è Sant’Egidio.
La carità cattolica è molto attiva nel suo sostegno ai migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo, una questione irritante sia in Italia che in Francia. Macron e Sant’Egidio sono al passo su questo tema?
La questione dei migranti è cruciale perché l’Italia è il Paese che ha accolto il maggior numero di persone provenienti dall’Africa e perché i dibattiti sull’immigrazione sono spesso tossici anche in Francia – come ci ha appena ricordato la tragica uccisione di una scolaretta [far-right politicians lashed out at the government this week for the death of a 12-year-old schoolgirl whose alleged murderer had been ordered to leave France after overstaying her student visa].
Un quarto degli elettori cattolici francesi, molti dei quali praticanti, ha votato per Marine Le Pen alle recenti elezioni presidenziali, una percentuale pari a quella del grande pubblico. È un grosso problema per Macron, perché significa che c’è il rischio reale che i leader della chiesa un giorno smettano di opporsi all’estrema destra con la fermezza che ha caratterizzato papa Francesco, per esempio.
Il messaggio di Macron è che la Francia è un Paese accogliente, ma non ad ogni costo. È un delicato atto di equilibrio per il suo secondo e ultimo mandato. La sua preoccupazione è garantire che il Paese non scivoli nelle mani dell’estrema destra. Per garantire ciò, ha bisogno di aiuto per promuovere un clima di pace e comprensione tra i membri del pubblico, siano essi francesi o meno.